
Collane...intese non solo come ornamento, ma come evocazione allegorica…
“L’ordito di una collana, la sequenza preziosa e il suo incurvarsi sinuoso, possono assumere la forma più varia. Una mutevole linea nella luce ne evoca i contorni. Quelli d’un oggetto, d’un fiore, oppure d’un volto. Profili di collane. In questo caso, sono i tratti d’un viso a interpretare la collana che li delinea, oppure è il volto che prende forma e carattere dal serpeggiare della collana nell’evocarne i tratti.
Il metallo della catena, le pietre dure e preziose, il corallo e l’ambra, i lapislazzuli e i cristalli di rocca, aggiungono la loro valenza preziosa e simbolica a un breve racconto, una fulminea evocazione. La materia prende vita ulteriore mantenendo e svelando il proprio arcano fascino.
Per esempio, Mélisande rivolge indietro lo sguardo d’ambra. Vorrebbe tornare e, stupita, qualcosa stava per dire; ma pietre e catena paiono trattenerla. Sospesa, lei è sottile e tutto è intatta misura. In silenziosa attesa. Pelléas la raggiunge. Il monile ovale sotto la nuca è un sole irradiante calore e luce. Le pietre, gocce buie, sul retro della testa hanno evocato le note del pianoforte di Debussy, quando mette in musica la vicenda del tragico amore tra Mélisande e Pelléas. Nostalgia d’un amore ineffabile.
La catena segue la linea del profilo di un’altra giovinetta, a un tratto si scompagina, s’aggroviglia e si scioglie. Un sottile ramura inverdisce, diventa cristalli di Boemia dal color tenero di foglia. La stupefacente metamorfosi si compie, l’inseguitore è beffato. Qui, a essere evocata è Dafne. Una Dafne, tuttavia, non raggiunta dal dio, mentre lo sarà dalla raffinata signora che, la collana, se la metterà al collo. La quale signora, conscia di tale breve narrazione (e di Ovidio), ne sarà lusingata”.